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San Giovanni a Porta Latina - il 6 maggio.

SergioTeodori San Giovanni a Porta Latina è una delle più antiche chiese basilicali di Roma, eretta vicino a Porta Latina, nei pressi delle Mura aureliane, sulla Via Latina.
La chiesa, dedicata a san Giovanni apostolo ed evangelista, si trova all'estremità del rione Celio, in quello che una volta si chiamava il disabitato. Ancora oggi la zona è rimasta immersa nel verde e salvaguardata dalle costruzioni, che invece sono cresciute intensive al di là delle mura (quartiere Appio-Latino), a ridosso di un caratteristico quartiere di villini di fine Ottocento.

La costruzione della basilica risale alla fine del IV secolo, ma la chiesa subì restauri e ammodernamenti già nel V secolo e poi nell'VIII, nel IX, nell'XI e nel XIII secolo.

Fu fondata nel V secolo o alla fine del IV, ricostruita certamente nel 720 e restaurata nel 1191, con l'aggiunta di un nuovo bel campanile a sei ordini di trifore e di un nuovo ciclo di affreschi con ben 46 scene bibliche sia vetero che neotestamentarie. L'importante ciclo, recentemente restaurato, rappresenta, insieme al salone gotico nel Monastero dei Santi Quattro Coronati, uno degli esempi maggiori di pittura medioevale nella Capitale realizzati precedentemente all'importante periodo del Cavallini e della sua Scuola Romana. Tra il XVI e il XVII secolo fu arricchita da un nuovo affresco absidale su cartone del Cavalier d'Arpino. [1]

Un ulteriore rifacimento, che la riportò alle antiche caratteristiche medievali, si ebbe nel 1940-41, quando la basilica fu assegnata ai Rosminiani, che oggi nel plesso conventuale adiacente hanno la curia generalizia dove risiede il moderatore generale della congregazione e lo studentato internazionale.

Il portico medioevale e le navate della basilica sono sostenuti da colonne di spoglio appartenenti, secondo la leggenda, ad un tempio di Diana, parzialmente spogliate a favore del Laterano alla fine del XVIII secolo[2].
San Giovanni in Oleo
Fu fondata nel V secolo o alla fine del IV, ricostruita certamente nel 720 e restaurata nel 1191, con l'aggiunta di un nuovo bel campanile a sei ordini di trifore e di un nuovo ciclo di affreschi con ben 46 scene bibliche sia vetero che neotestamentarie. L'importante ciclo, recentemente restaurato, rappresenta, insieme al salone gotico nel Monastero dei Santi Quattro Coronati, uno degli esempi maggiori di pittura medioevale nella Capitale realizzati precedentemente all'importante periodo del Cavallini e della sua Scuola Romana. Tra il XVI e il XVII secolo fu arricchita da un nuovo affresco absidale su cartone del Cavalier d'Arpino. [1]

Un ulteriore rifacimento, che la riportò alle antiche caratteristiche medievali, si ebbe nel 1940-41, quando la basilica fu assegnata ai Rosminiani, che oggi nel plesso conventuale adiacente hanno la curia generalizia dove risiede il moderatore generale della congregazione e lo studentato internazionale.

Il portico medioevale e le navate della basilica sono sostenuti da colonne di spoglio appartenenti, secondo la leggenda, ad un tempio di Diana, parzialmente spogliate a favore del Laterano alla fine del XVIII secolo[2].
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